Approvato il nuovo Piano Nazionale di Vaccinazione

Il Piano di prevenzione vaccinale 2017-2019 è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni e «sarà operativo entro poche settimane»).

Lo ha annunciato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin al termine della riunione. Perché il piano sia effettivo, ha aggiunto il ministro, «si dovrà aspettare solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quindi i cittadini dovranno attendere poco e possiamo ormai dire che la norma è operativa». Riferendosi agli stanziamenti previsti, 413 milioni di euro nel triennio (100 milioni nel 2017, 127 nel 2018 e 186 nel 2019, previsti nella Legge di bilancio 2017), Lorenzin ha sottolineato come sia stato fatto «un calcolo con le Regioni basato sul numero di persone da vaccinare e prevedendo un incremento graduale nel triennio delle coperture». Inoltre, ha concluso, «ci sarà una campagna d’informazione per i cittadini, perché vanno sconfitti i pregiudizi che ancora persistono in merito alle vaccinazioni».

Approvato il nuovo Piano Nazionale di Vaccinazione

Approvato il nuovo Piano Nazionale di Vaccinazione

Il nuovo Calendario comprende vaccinazioni già previste da diversi anni in tutte le regioni (difterite, tetano, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B, pertosse, pneumococco, morbillo, parotite, rosolia, meningococco C nei nuovi nati, Hpv nelle ragazze undicenni e influenza nei soggetti da 65 anni in su) e quelle di nuova introduzione nei Livelli essenziali di assistenza (antimeningococco B, anti-rotavirus e anti-varicella nei nuovi nati; anti-Hpv nei maschi undicenni; antimeningococco quadrivalente A-C-W-Y135 e il richiamo anti-polio negli adolescenti; antipneumococco e anti-zoster nei 65enni. Inoltre nel Piano vengono individuate cinque priorità: mantenere lo stato polio-free; perseguire gli obiettivi del Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita; garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni, l’accesso ai servizi e la disponibilità dei vaccini; prevedere azioni per i gruppi di popolazione difficilmente raggiungibili e con bassa copertura vaccinale; elaborare un Piano di comunicazione istituzionale sulle vaccinazioni.

Viene sottolineato che «il successo dei programmi vaccinali si fonda sia sulla protezione del singolo che, soprattutto, sul raggiungimento e il mantenimento delle coperture di cicli vaccinali completi, a livelli tali da prevenire e controllare efficacemente la diffusione delle malattie infettive prevenibili con vaccino, sull’intero territorio nazionale».

Uniformità di applicazione

Alla prossima conferenza Stato-Regioni, ha spiegato il ministro Lorenzin, «verrà stabilito il riparto del Fondo sanitario nazionale e ci sarà un documento di linee guida per le Regioni per accompagnare il Piano vaccini ed essere certi che il calendario vaccinale parta allo stesso modo, e con le stesse regole e possibilità di accesso, su tutto il territorio nazionale».

L’obiettivo è «garantire un’uniformità di applicazione in tutta Italia e ciò proprio per garantire la sicurezza dei cittadini». Quanto ai fondi previsti per il nuovo Piano vaccinale, ha concluso il ministro, «si tratta di stanziamenti che diventeranno strutturali».

Risparmi per 200 milioni

Secondo gli esperti che hanno stilato il Piano, le nuove vaccinazioni comporteranno – oltre ai vantaggi per la salute dei singoli e della collettività – un risparmio per il Servizio sanitario di 200 milioni di euro.

Per quanto riguarda la meningite, si legge nel documento, «si stimano in Italia circa 90 casi di meningococco B all’anno. Ciascun caso con sequele prevede un costo diretto sanitario di 484.762 euro. Si può stimare una spesa di 44,5 milioni di euro. Per i soggetti vaccinati si stima una efficacia dell’87%. Dunque, se tutti i soggetti che hanno sviluppato un’infezione si fossero vaccinati, si otterrebbe una riduzione di spesa di oltre 38 milioni di euro».

Nel documento sono anche indicati gli obiettivi di copertura vaccinale, fissati tra il 90% e 95% nel 2019 per anti meningococco B, rotavirus, Hpv nei maschi, varicella e quadrivalente per meningite tra gli adolescenti; si punta invece al raggiungimento di coperture per la vaccinazione antinfluenzale del 75%, come obiettivo minimo perseguibile, e del 95%, come obiettivo ottimale, negli
ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio. La copertura nel 2019 per l’anti-pneumococco negli anziani è invece fissata al 75% e quella per l’anti-zoster, sempre negli anziani, al 50%.

Obbligo per l’accesso a scuola

Il Piano non si limita a indicare il nuovo calendario vaccinale per le varie fasce di età, ma auspica norme aggiornate sull’obbligo delle vaccinazioni per l’accesso a scuola e alle sanzioni per i medici “anti-vaccini”.

«La discussione internazionale relativa al superamento dell’obbligo vaccinale e alla valorizzazione delle scelte consapevoli dei cittadini sul tema si avvale dell’esperienza regionale. Tale percorso – si legge nel documento – sarà approfondito e dal nuovo Piano potrà essere generata una normazione aggiornata, garantendo la protezione degli individui e delle comunità, con misure correlate, come l’obbligo di certificazione dell’avvenuta effettuazione delle vaccinazioni previste dal calendario per l’ingresso scolastico».

Parte integrante di questi vincoli, si legge ancora nel Piano nazionale, «sarà anche la ricognizione continua delle possibili violazioni del supporto alla pratica vaccinale e dell’offerta attiva delle vaccinazioni da parte dei medici e del personale sanitario dipendente e convenzionato con il Servizio sanitario nazionale». A tal fine, «saranno concertati percorsi di audit e revisioni tra pari, con la collaborazione degli ordini professionali e delle associazioni professionali e sindacali che possano portare anche all’adozione di sanzioni disciplinari o contrattuali qualora ne venga ravvisata l’opportunità».

Regioni in difficoltà

Nel Piano si prende però atto del fatto che «non tutte le amministrazioni regionali hanno impostato e realizzato strutture organizzative stabili, in grado di gestire il prevedibile e auspicabile incremento dei volumi di attività determinati dall’adozione del nuovo calendario vaccinale».

Da qui la proposta di attivare «un fondo nazionale per i vaccini che possa co-finanziare le regioni in difficoltà oggettive a garantire, ancora una volta, l’uniformità, l’equità e l’universalità dell’offerta su scala nazionale».

Tale fondo, chiarisce il documento, «potrebbe essere utilizzato anche per moltiplicare i punti di accesso al sistema, con la collaborazione delle associazioni di cittadini e di professionisti, delle amministrazioni scolastiche e della grande imprenditoria».

Sconfiggere morbillo e rosolia

«Oggi è una giornata importante per l’affermazione della politica di prevenzione nel nostro Paese – ha commentato Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome -. Il tema vaccinazioni è fondamentale per un approccio serio in termini di prevenzione, sia rispetto al riaffacciarsi di patologie che credevamo ormai definitivamente superate, sia rispetto alle coperture necessarie per altre gravi malattie e per le fasce più deboli della popolazione.

Abbiamo dato l’intesa al piano vaccini con un duplice obiettivo: da un lato mantenere l’attuale copertura rispetto alla poliomielite e cercare di sconfiggere definitivamente morbillo e rosolia, dall’altro allargare le vaccinazioni per alcune fasce della popolazione, penso a pneumococco e zoster per gli anziani, anti-meningococco negli adolescenti, rotavirus e varicella per i bambini».

La questione dei costi

Antonio Saitta, coordinatore degli assessori regionali alla Sanità e assessore in Piemonte, ha sottolineato la questione dei costi, con una «richiesta da sottoporre al Governo». «Chiediamo che quando saranno ripartite le risorse di cui alla Legge di Bilancio, sia definita con puntualità la tempistica del calendario vaccinale – ha spiegato -.

Fra gli obiettivi del Piano 2017-2019 oltre al mantenimento dello stato polio-free, l’esigenza di raggiungere in tempi rapidi gli stati morbillo-free e rosolia-free, c’è l’anti Papillomavirus anche per gli adolescenti maschi, la necessità di migliorare l’approvvigionamento e la logistica del sistema vaccinale.

Bisogna poi perseguire una maggiore consapevolezza della popolazione rispetto alle vaccinazioni anche attraverso specifiche campagne, andare avanti sulla strada dell’informatizzazione delle anagrafi vaccinali, e coinvolgere in modo ancora più stringente i professionisti sanitari nella cultura delle vaccinazioni». «Abbiamo i soldi per procedere all’attuazione del Piano vaccini – ha concluso Saitta – .

Nei prossimi giorni vareremo il riparto del Fondo sanitario nazionale e a quel punto concorderemo la tempistica del calendario vaccinale».

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