Accolto il ricorso dell’automobilista che si è visto notificare una multa per infrazione al codice della strada accertata mediante autovelox.
Il conducente ha appellato la sentenza perché ha ritenuto che l’infrazione non potesse essere rilevata in automatico, in funzione delle caratteristiche della strada.
Lo precisa la Cassazione con la sentenza n. 4090/2019.
Si legge nella decisione come le strade ad alto scorrimento per loro natura si prestino male all’accertamento con stop dell’auto perché costringerebbero l’automobilista a repentine frenate che mal si conciliano con l’incolumità dei soggetti che viaggiano.
I Supremi giudici hanno ricordato che è compito del prefetto sentiti, gli organi di polizia stradale competenti per territorio e su conforma parere degli enti proprietari, individuare le strade diverse dalle autostrade o dalle strade extraurbane principali, ovvero singoli tratti di esse tenendo conto del tasso di incidentalità, delle condizioni strutturali, planimetriche e di traffico, per le quali non è possibile il fermo di un veicolo senza arrecare pregiudizio alla sicurezza della circolazione, alla fluidità del traffico, all’incolumità degli agenti operanti e dei soggetti controllati.
I giudici di legittimità hanno precisato che premessa la differenza tra le diverse strade ripartite in autostrade; strade extraurbane principali; strade extraurbane secondarie; strade urbane di scorrimento; strade urbane di quartiere; strade locali e itinerari ciclopedonali, la strada urbana di scorrimento per essere tale deve avere particolari caratteristiche.
Si deve trattare di strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, e un’eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchina pavimentata a destra e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate.
Visto che la strada in questione non aveva le predette caratteristiche la violazione non poteva essere rilevata con autovelox.