Negli ultimi anni si è assistito ad uno sviluppo esponenziale dei droni sia con riferimento alla tecnologia disponibile che alle possibilità di utilizzo. Inizialmente sfruttati in ambito militare, oggi i droni sono alla portata di tutti, e vengono sempre più di frequente adoperati per lo svago e il tempo libero.
Ma è in ambito commerciale che si rileva la massima varietà di scopi a cui può esser destinato un drone:
- riprese nei set cinematografici, spettacoli di luci all’aperto (in alternativa ai tradizionali fuochi d’artificio),
- operazioni di ricerca e salvataggio, irrorazione dei campi, pulizia delle finestre in altezza e consegne in tempi brevi, sono solo alcune delle attività che vedono attualmente impiegati dei droni in diversi paesi del mondo, e grazie alla versatilità di queste macchine lo sviluppo di nuovi modelli e ambiti di applicazione procede rapidamente.
In Inghilterra ad esempio alcuni ricercatori stanno sviluppando droni in grado di ispezionare e riparare autonomamente le buche nelle strade. E nel prossimo futuro, i droni saranno certamente utilizzati per i trasporti pubblici, come lascia intendere il progetto “Urban Air Mobility” sostenuto dall’Unione Europea, che sta incentivando iniziative private per la creazioni di “taxi volanti“, e che ha già come partners Audi ed Airbus.
È evidente, quindi, come si stia aprendo un nuovo capitolo nella storia dell’aviazione, non a caso secondo la Commissione europea l’industria dei droni potrebbe creare circa 150.000 posti di lavoro nell’UE entro il 2050.
In questo scenario un numero significativo di autorità aeronautiche nazionali ha già da tempo iniziato ad emettere nuove norme sulla sicurezza aerea per regolare l’uso dei droni nello spazio aereo nazionale.
Tuttavia, per garantire certezza giuridica e coerenza in tutta l’UE e nel disegno di un “cielo unico europeo“, il 7 dicembre 2015 la Commissione europea ha proposto una revisione del quadro legislativo dell’UE, per essere pronti alle sfide attese oltre il 2020. Il risultato di tale proposta è stato il citato Regolamento (UE) 2018/1139, grazie al quale l’Unione Europea può regolare le operazioni civili di tutti i tipi di droni, sostituendo progressivamente i regolamenti nazionali sulle operazioni civili dei droni di peso inferiore ai 150 kg.
E nel Considerando n. 26 di tale Regolamento si legge infatti espressamente che, poiché i droni utilizzano lo stesso spazio aereo degli aeromobili con equipaggio e sono dotati di tecnologie che rendono oggi possibile un’ampia gamma di operazioni, devono esser soggetti alle stesse norme generali sull’aviazione civile indipendentemente dalla loro massa.
L’ 11 novembre dello scorso anno, l’ ENAC ha approvato il nuovo regolamento droni che ci accompagnerà fino a luglio 2020 quando dovrà essere applicato il nuovo regolamento europeo. Tra le novità figurano le Operazioni Non Specializzate ovvero le attività ricreative con i droni non configurabili come aeromodellistiche. In sostanza chi utilizzerà i droni a scopo ricreativo dovrà seguire le indicazioni delle operazioni non critiche riportate nel regolamento.
Chiunque utilizzerà un drone scopo professionale, indipendentemente dal peso del drone, e chi utilizzerà un drone a scopo ricreativo di peso uguale o superiore ai 250 grammi dovrà conseguire l’attestato di competenza ottenibile tramite esame online sul portale ENAC per le operazioni non critiche (quindi anche ricreative con drone sopra i 249g di peso) e tramite lo stesso esame online + corso di formazione aggiuntivo (teoria + pratica) presso un Centro di Addestramento per le operazioni critiche.
Per i droni ad uso professionale, indipendentemente dal peso, è necessaria la registrazione su d-flight e applicazione del QR-Code dal 1 marzo 2020 in poi.
Per i droni ad uso ricreativo > 250gr l’obbligo di registrazione e applicazione qr-code sarà effettivo dal 1 luglio 2020.
Per la categoria dei droni superiori a 300 grammi, prevista dall’art 12 comma 5 e cioè con parti rotanti protette da impatto accidentale e con velocità massima minore o uguale a 60 km/h, chi li conduce dovrà conseguire l’attestato online entro il 1 luglio 2020.
Praticamente una sorta di conferma che con il regolamento europeo presumibilmente tali velivoli finiranno nella categoria A1C1 (droni senza nuovo marchio CE < 500g fino al 2022).